The Story of the Chestnut Canoe

Titolo: The Story of the Chestnut Canoe
Autore: Kenneth Solway
Anno: 1997
Editore: Nimbus Publishing
ISBN: 9781551092218

Parlare della storia della Chestnut Canoe Company significa parlare dell’epoca d’oro della canoa canadese. Un periodo particolarissimo tanto per lo sviluppo di queste regioni del globo quanto per il radicamento della cultura della canoa stessa, indissolubilmente legata nell’ immaginario collettivo al Canada ed ai suoi paesaggi ancora incontaminati. Poco più di un secolo di forte evoluzione in cui l’imbarcazione tradizionale dei nativi americani viene sfruttata in svariati ambiti divenendo un mezzo di svago per la nobiltà vittoriana ed una piattaforma perfetta per canadesi ed americani che nel tempo libero amano stare all’aria aperta praticando attività come la caccia, la pesca ed il campeggio. Ma non è stato certo il suo uso ricreativo a creare un’aura leggendaria quanto il suo impiego come barca da lavoro per i commercianti di pellicce e per chi partiva ad esplorare zone selvagge, magari alla ricerca di oro.

Gli europei -insediandosi qui- hanno portato la loro cultura, le loro usanze, gli strumenti e la tecnologia cancellando quelle indigene, ma non sono riusciti a trovare un’altra barca che così bene si adattasse a questa tipologia di territorio rispetto alle loro canoe in corteccia. Ecco che in questi anni la canoa subisce una sostanziale evoluzione nei materiali impiegati e nelle tecniche costruttive ma non nella forma.

La Chestnut Canoe Company nasce negli ultimissimissimi anni dell’ 800 e rimane attiva fino al 1979. Pur non introducendo particolari o rivoluzionarie innovazioni riesce ad incarnare in pieno lo spirito e la cultura della canoa canadese ed a rispondere alle esigenze del periodo al punto che, ancora oggi, la maggior parte dei produttori hanno nei loro cataloghi canoe il cui progetto si rifà ai disegni delle Chestnut (a partire dalle onnipresenti Prospector ma anche Guide, Pal, Bob Special, Cronje,…).

Il volume parte con una contestualizzazione storica, introducendo anche altri produttori che iniziarono a sviluppare la tecnologia per la costruzione di canoe dapprima con tecniche navali europee completamente in legno per poi arrivare alle iconiche wood-on-canvas. Si tratta poi la storia e biografia dei membri della famiglia Chestnut e di altri personaggi chiave per l’azienda.
Verso la metà del libro vi è un lungo e dettagliato racconto delle vicende dell’ azienda: fondazione, passaggi di mano, rapporti commerciali con altre realtà, vicende finanziarie fino ad arrivare al declino finale, causato in buona sostanza dal non aver seguito la via del progresso dettata dall’arrivo dell’ alluminio, dei materiali compositi e della plastica.

Grossomodo la seconda metà del libro è composta da estratti di cataloghi con alcuni commenti ed approfondimenti a margine. Qualche pagina, a mio avviso il vero cuore di questo scritto, racconta la nascita e l’evoluzione dei vari design delle canoe Chestnut.

Il libro si chiude con due brevi biografie: due canoisti che hanno largamente contribuito a rendere iconico il marchio Chestnut ed a consolidare la cultura della canoa Canadese: Omer Stringer ed, ovviamente, il leggendario Bill Mason.

Libro in copertina morbida da 256 pagine, corredato da immagini in bianco e nero. Il prezzo originale di 19,95 $ CAN è purtroppo solo un sogno. Si trova solo usato a cifre che superano sempre il doppio del costo originale, tra l’altro è raro in Europa.

A chi consiglio questo libro:
È senza dubbio un volume per fanatici dell’ argomento, rivolto a chi desidera approfondire questo particolare e ricco periodo storico dell’ evoluzione della canoa. Per comprendere la lettura serve avere già delle conoscenze a riguardo e sicuramente mi è stato utile aver letto L’arte del pagaiare: storia illustrata vol. 2 di Lorenzo Molinari, The Bark Canoes and Skin Boats of North America (tra l’altro citato nella bibliografia) oltre, ovviamente, a vari articoli e discussioni trovati a riguardo sul web.
Anche in Sull’acqua Con La Canoa, i manuali del trapper ci sono degli spunti utili a comprendere come mai alcuni produttori abbiano deciso di non arrendersi al progresso imposto dall’arrivo di nuovi materiali.
Per me è stata senza dubbio una lettura interessante, oltre ad apprezzare la canadese in quanto utilizzatore subisco anche il fascino di quel periodo -ancora pionieristico- in cui molti territori erano da scoprire, e lo si faceva spesso e volentieri con lunghi viaggi in stile trapper su una canoa.