The Bark Canoes and Skin Boats of North America

Titolo: The Bark Canoes and Skin Boats of North America
Autori: Edwin Tappan Adney, Howard Irving Chappelle
Anno pubblicazione: 1964
Editore: Smithsonian Institution
Lingua: Inglese (non tradotto in Italiano)

il libro parte con un’introduzione volta a spiegare come nasce questo volume; non si tratta di un testo scritto “a quattro mani” ma ha una storia tutta sua davvero particolare.
Edwin Tappan Adney svolge importanti ricerche riguardo le canoe in corteccia negli ultimi decenni dell’800. Tutto il materiale da lui raccolto (appunti, modelli, disegni e fotografie) dopo la sua morte sono stati consegnati ad un museo di cui Howard Irving Chappelle era curatore della sezione marittima.
Quest’ultimo ha organizzato il materiale di Adney, estratto quanto pubblicabile ed integrato con materiale proprio (principalmente la parte di kayak in pelle).
Dopo questa introduzione si comincia poi con i capitoli veri e propri:
”Materials and tools” racconta il come si sceglievano e raccoglievano i materiali impiegati, quali erano le attrezzature – tipiche dell’età della pietra – utilizzate prima dell’arrivo dell’uomo bianco e quali gli strumenti in ferro portati dagli europei sono subito stati adottati;
”form and construction” descrive la realizzazione delle varie parti, con dovizia di particolari riguardo ai dettagli come ad esempio la lavorazione dei gunwale, delle centine e le metodologie di giunzione tra i vari elementi;
i capitoli successivi, fino al sesto, descrivono nelle varie aree geografiche le caratteristiche delle canoe trattando una tribù per volta. Per ogni gruppo etnico vengono descritti i principali “modelli” in uso, il loro utilizzo, le particolarità, le decorazioni e si accenna anche alle pagaie; tutto in maniera davvero molto, molto dettagliata.
Il settimo ed ultimo capitolo, firmato Howard Irving Chappelle, dal titolo “Arctic skin boats” è dedicato a kayak ed umiak dei popoli inuit.
Il libro si conclude poi con un appendice che tratta il kayak roll; potrebbe oggi sembrare un argomento fuori tema ma che, immagino, nei primi anni del ‘900 potesse essere una cosa incredibile e sensazionale, mai vista coi natanti europei.

Esiste una riedizione, attualmente in commercio, del 2007 edita da Skyhorse Pub Co Inc. (ISBN-10 ‏ : ‎ 1628737921 ISBN-13 ‏ : ‎ 978-1628737929) facilmente trovabile anche sul web.
Ritengo però sia meglio recuperare l’edizione originale; purtroppo quella moderna ho letto essere priva delle illustrazioni che sono parte fondamentale del trattato.
Certo, il testo è ricco, forse troppo ricco di dettagli ed informazioni da diventare addirittura stucchevole ma senza illustrazioni si perderebbe – a mio avviso- il senso .
I disegni, oltre ad essere pregevoli e piacevoli da riguardare anche senza approfondire la lettura, aiutano davvero a rendere più facile la comprensione di quanto scritto.
Non riesco proprio a capire come si possa aver avuto l’idea di ripubblicare questo volume tagliando le immagini.

Una menzione particolare la merita il capitolo “materials and tools” e parte del ”form and construction” la cui lettura mi ha davvero colpito; racconta di rudimentali strumenti in selce ed osso e della profonda conoscenza dei materiali messi a disposizione dalla natura con cui si costruivano canoe che davvero nulla avevano da invidiare alle nostre attuali in fibra di carbonio e kevlar.
Sarebbe capace l’uomo moderno di andare nei boschi e fare altrettanto?

A chi consiglio questo libro: se devo essere sincero forse questo è troppo anche per un invasato come me. La riedizione l’avrei pensata all’opposto di come è stata fatta ovvero arricchita di fotografie storiche e magari, se possibile, ripescando anche dei disegni inediti dall’archivio di Adney; facendo però grossi tagli sul testo che è davvero fin troppo dettagliato al punto da rendere pesante la lettura.
Ne sarebbe uscito un bel libro da prendere in mano la sera, in poltrona, e sfogliare in maniera spensierata.
Bisogna però ricordare che questo non va visto come un volume pensato per attirare l’appassionato medio. Questo è un vero e proprio trattato, un documento storico dello Smithsonian Institution volto a lasciare ai posteri memoria di un qualcosa che ormai non esiste più; ed è questo il suo grande ed inestimabile valore.
Ed io sono davvero felice di averlo aggiunto alla mia piccola raccolta.