Anello dell’alto ramo lecchese

Tempo di percorrenza: mezza giornata/una giornata
Percorrenza: 11nm
Grado di difficoltà: Necessario un minimo di esperienza e tutta la dotazione di sicurezza.

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Descrizione delle difficoltà:
Traffico sia commerciale (battelli turistici, aliscafi, traghetti) che diportistico generalmente intenso in questa zona in medio/alta stagione; nettamente diminuito nei mesi più freddi.


La  traversata Bellagio-Varenna è piuttosto lunga – 1,5nm – ma può essere accorciata ad 1nm puntando perpendicolarmente la sponda opposta raggiungendo la sponda lecchese a Fiumelatte ed escludendo dal percorso Varenna (o allungandolo per risalire prima di fare nuovamente rotta sud per il rientro)
In un buon tratto di percorso prima di raggiungere Bellagio non è possibile sbarcare né organizzare recuperi.


Periodo consigliato:

Sconsigliato d’estate per il traffico intenso nei dintorni di Bellagio e Varenna.
Meglio in inverno, autunno inoltrato o primi periodi di primavera con dotazioni invernali (l’acqua in inverno/primavera è molto fredda, in autunno più godibile).

Questo itinerario permette, imbarcandosi in mattinata d’inverno non troppo tardi, di pagaiare sempre al sole.


Punti d’imbarco:
Per questo itinerario viene comodo imbarcarsi ad Olcio (comune di Mandello del Lario). Poco a nord del centro abitato c’è un parcheggio da cui si può facilmente raggiungere l’acqua.



Descrizione:
Un itinerario ad anello di 11nm nella parte più alta del ramo di Lecco (a mio avviso più a sud di questo itinerario il ramo lecchese offre poco).

Ci si imbarca ad Olcio e ci si lancia subito nella prima traversata con rotta 270 puntando poco più a nord del centro abitato che si ha proprio di fronte al punto di partenza. Cosi facendo si guadagna la sponda di Bellagio poco oltre Vassena. Da li si costeggia verso nord e  si alternano tratti antropizzati ed altri più selvaggi. Parecchie belle ville e darsene (alcune purtroppo abbandonate). Prima di raggiungere la località Visgnola ci si può sgranchire le gambe scendendo al Santuario della Madonna del Moletto in Limonta, una chiesetta di inizio 1600 arroccata su un tratto di costa impervio; facilmente riconoscibile e dotata di un grosso molo per l’attracco delle imbarcazioni turistiche e da diporto. Procendendo ulteriormente la risalida, dopo il porto della Visgnola ma prima di raggiungere la punta di Bellagio si sfila ai piedi di un’imponente falesia rocciosa con il caratteristico “scoglio dei cipressi”.

La punta di Bellagio segna la fine dell’esplorazione in sponda comasca e da li comincia una nuova traversata per tornare sul lato da cui eravamo partiti. Il punto di mira è l’abitato di Varenna. Già da Bellagio è ben riconoscibile la grande struttura gialla, sotto al campanile, che è l’hotel Royal Victoria. In caso di dubbi la rotta da tenere è 040.

Sotto all’hotel c’è una piccola spiaggia su cui si può nuovamente sbarcare dopodichè si ritorna a riprendere la navigazione verso sud per tornare al punto di partenza. Questo lato di costa è decisamente più abitato rispetto a quello opposto ma offre la vista di parecchie belle ville (tra cui la famosa Villa Monastero di Varenna) e si possono trovare un paio di grotte quando il lago è basso. Unica nota è di prestare attenzione al passaggio davanti alla foce del Fiumelatte. La corrente può essere particolarmente forte. Questo fiume è particolarmente corto – solo 250m- ed essendo di fatto lo scarico di troppo pieno di alcune cavità carsiche del monte Grignone è come un’interruttore, o è completamente secco (solitamente da novembre a febbraio) o è in piena e sgorga nel lago con una forza tale da rendere le acque completamente bianco (marzo – ottobre).