Traino a contatto “made in cantina”

Traino corto, traino a contatto, contact tow (per gli anglofoni); si tratta solo di una breve cima con due moschettoni alle estremità. I virtuosi dei nodi preferiscono addirittura impiegare una breve cima semplice, senza altri accessori. Nulla di particolare ma, una volta abituati ad averla assicurata sul ponte anteriore, non se ne potrà più fare a meno.

Il segreto della sua utilità sta proprio nella posizione: di fronte al pozzetto, con un moschettone sul lato sinistro ed uno sul lato destro. Sempre pronta all’uso e letteralmente a portata di mano.

Un accessorio economico che si può creare in casa in pochissimi minuti.

La lunghezza ideale è di tre volte la distanza tra le cime tientibene così che sia sempre ben teso e non vi sia nulla che penzoli in giro. Come mai questa lunghezza? Semplice: si passa sotto le cime tientibene, si incrocia proprio al centro e si fissano i moschettoni sempre alle cime perimetrali proprio uno per lato. Usandola in questa posizione assicuriamo il kayak “a rimorchio” in posizione (magari per una zattera mentre si consulta la carta); lasciandola vincolata da un lato si sfrutta 1/3 della lunghezza (utile durante un salvataggio) mentre a tutta lunghezza è sufficiente per trainare un kayak in vicinanza senza che la prua ci infastidisca troppo mentre si pagaia.

variante con anello

Per quanto riguarda i moschettoni si può utilizzare la tipologia che si preferisce da quelli di derivazione alpinistica a quelli piccoli specificatamente nautici, sia semplici che a sgancio rapido. Unica accortezza in fase di costruzione è di fare in modo di fissare adeguatamente quelli senza occhiello in maniera da scongiurare il rischio di perdita accidentale. Attenzione anche mentre si acquistano moschettoni da rivenditori di materiale da montagna, spesso sono fatti in acciaio ad alto contenuto di carbonio e diventeranno inutilizzabili al primo contatto con l’acqua salata. Controllare la scheda tecnica sul sito del produttore prima di procedere all’acquisto è una buona cosa, in alcuni casi ho contattato direttamente il produttore chiedendo se quel determinato prodotto fosse adatto al contatto con l’acqua. L’azienda italiana (anzi, lecchese) Kong ha una linea di prodotti specifica per l’uso in ambiente acquatico, Osculati commercializza accessori per la nautica ed ha a catalogo connettori di vario tipo in acciaio AISI 316 (materiale perfetto) a prezzi davvero economici.

Sulla cima c’è poco da dire. Una semplice da circa 5mm sarà adattissima e con due facili nodi il gioco è fatto; come alternativa una buona idea potrebbe essere quella di riciclare il ritaglio di una sacca da lancio (se ne acquistano da 15-20m, decisamente lunghe per l’uso marino quindi qualche metro avanza sempre), si tratta di una trecciola singola di generoso diametro molto semplice da impiombare anche senza strumenti appositi. Una piccola matita nastrata all’estremità vi farà da guida per ottenere una chiusura elementare ma efficace senza nodi.

Ormeggiare il kayak ad un gavitello o ad un pontile durante la sosta, rendere più stabile uno zatteramento mentre si scatta una fotografia o si mangia uno snack, trainare per brevi tratti un kayak in difficoltà o vuoto, agganciare un collega che sta eseguendo un salvataggio per allontanarlo dagli scogli,…. molte sono le situazioni in cui questo semplice accessorio vi tornerà utile. Non solo in navigazione ma anche a terra quando sarà il primo pensiero mentre si cerca un tirante per il tarp o la tenda allestendo il campo di un bivacco ma anche per fissare il kayak al classico carrellino a mano!