Il delta del Po: una palestra ideale per nuovi kayaker

Chi si avvicina al kayak da mare lo fa sognando acque cristalline, impervie scogliere e bucolici borghi di pescatori arroccati in qualche insenatura naturale. Nulla di più diametralmente opposto al paesaggio offerto dal delta di un fiume!
Eppure c’è qualcosa in questo ambiente che affascina molti.
L’Italia ha -di fatto- un solo delta, quello del Po. Ambiente vastissimo, soprattutto se consideriamo anche le annesse lagune venete; luogo unico che però viene scarsamente considerato dai pagaiatori.
Il delta del Po a mio avviso è perfetto per un canoista principiante che voglia misurarsi con qualcosa di più della solita uscita giornaliera ma che al contempo non se la senta di affrontare una lunga navigazione di più giorni in mare.
Ecco qui spiegato perché, secondo me, il canoista in erba dovrebbe seriamente considerare l’idea di una vacanza nel delta.

L’esercizio della navigazione:

Il delta offre parecchio stimolo nell’impratichirsi con la navigazione ed i suoi strumenti.
Se è vero che con meteo ideale al mare o al lago è facilissimo rispettare la tabella di marcia questo non si può dire nel delta. Si deve fare i conti con correnti difficilmente calcolabili, sia fluviali che di marea. Prendiamo la lunghezza di una determinata tratta sulla mappa e calcoliamo la tempistica necessaria; strada facendo ci accorgeremo che il tempo impiegato sarà grossomodo la metà o il doppio di quello preventivato. Dopo qualche tempo ci si farà l’occhio ma bisognerà continuamente fare il punto della situazione e ricalcolare il percorso più e più volte strada facendo.

Una briccola, posta a segnare un canale dragato in laguna

Verrebbe quasi da pensare che la pianificazione sia quindi del tutto inutile. Giammai!!!
Esplorando alcuni ambienti con acqua particolarmente bassa o terreni barenicoli è bene avventurarsi quando la marea è al minimo così da essere sicuri di poter navigare anche sulla strada del ritorno. Altrove ci vantiamo dello scarso pescaggio delle nostre barche che ci consentono di navigare ovunque. Qui anche per noi non è poi raro trovarsi insabbiato! Anche percorrendo i tratti finali dei fiumi è meno faticoso risalirli con marea crescente. Ciò richiede un minimo di precisione nelle tempistiche di raggiungimento di alcuni punti specifici.
Il percorso da fare, quindi, non può essere certo lasciato all’improvvisazione.

Altra difficoltà non di secondaria importanza sta nella complessità del paesaggio. Trovare un passaggio potrebbe non essere immediato. Esplorando labirintici canneti possiamo non vedere più uno stretto pertugio che avevamo sfruttato la mattina per tagliare la circumnavigazione di un bonello oppure possiamo trovarci a navigare in un canale segnato come navigabile in mappa e trovarlo non percorribile costringendoci a fare dietro-front e cercare una via alternativa.
Non esiste al mondo una cartina in grado di rappresentare il delta… un po’ perché certi varchi che possiamo sfruttare in kayak sono davvero troppo piccoli per essere rappresentati in scala utile ed un po’ perché il delta è un ambiente in continua evoluzione… basta una piccola piena del fiume o una mareggiata (se non addirittura qualche tronco di traverso) per chiudere un canale dragato.

Insomma: cartina, bussola, grafico di marea ed orologio sempre sotto mano… e via come i veri esploratori!

Lo spirito dell’avventura:

Chi va in kayak da mare ama l’avventura. In Italia che si tratti di acqua dolce o salata i tratti più belli di costa sono sempre inframmezzati da aree ampiamente antropizzate e deturpate; in acqua poi, nei tratti di costa più spettacolari, vi è spesso e volentieri una convivenza forzata con diportisti maleducati e barconi da turisti.
Il delta del Po lo possiamo definire, in un certo senso, il far-west italiano. Lontano dalle grandi città, gli abitanti sono pochi e vivono in simbiosi con l’ecosistema che li circonda.
Per trovare strutture turistiche rilevanti bisogna andare a Nord, fino a Rosolina. Per il resto vi è un campeggio a Barricata ed una costellazione di piccoli agriturismi a conduzione familiare in cui è bello fermarsi dall’ora di cena fino a colazione.
Ad onor del vero vi è da dire che non ci troviamo certo immersi nella natura vergine ed incontaminata; il gigantesco ecomostro della centrale elettrica di Pila visibile praticamente da ovunque ce lo ricorda. Ad un occhio attento la mano dell’uomo la si vede ovunque dagli argini che necessitano di continua manutenzione ai canali dragati… anche il luogo in cui il delta sorge oggi è scelta dell’uomo che lo ha spostato, qualche secolo fa, un po’ più a sud della sua sede naturale.
Ma qui siamo lontani dai rumori delle città; i turisti sono per la maggior parte attratti da interessi naturalistici e dalle specialità gastronomiche per cui non ci sfrecciano accanto con chiassose moto d’acqua e non rischiano di investirci con il motoscafo da sci nautico. E questa non è cosa da poco.

Vi sono anche interessanti strutture agricole abbandonate. Ricordo di quando, prima della subsidenza, molti terreni che ora sono sott’acqua erano sfruttati per la coltivazione del rinomato riso del delta. Strutture che in un certo senso conferiscono un aspetto piacevolmente decadente che ci fa sentire ancor più degli esploratori oltre i confini della comoda vita cittadina.

Il neofita della canoa apprezzerà anche la particolare conformazione ricca di canali, sacche, bonelli, canneti ed altri particolarissimi micro-ambienti; si può così pagaiare per molte miglia in ambienti diversissimi tra loro senza mai passare due volte dallo stesso posto pur non allontanandosi troppo dal punto d’imbarco.

Il kayak ideale:

Prijon Touryak 470, un allround non tropo lungo qui trova il suo ambiente ideale

Una cosa non da poco: i lupi di mare si infilano in performantissimi kayak lunghi 5 metri e mezzo od anche più mentre chi è alle prime armi solitamente gira con kayak in polietilene decisamente più corti.
La lunghezza nel delta è solo d’intralcio. Passando in uno stretto canale tra i canneti non è raro trovarlo sbarrato da tronchi. Fare inversione con un kayak lungo potrebbe non essere possibile.
Uno scafo corto e molto manovrabile qui è sicuramente il più adatto. Saremo lenti? Poco male! Basta pagaiare poche centinaia di metri per passare da uno scanno di sabbia finissima ricoperta di conchiglie ad uno specchio d’acqua interno circondato da canneti in cui trovano riparo numerosi volatili. Qui non serve percorrere molte distanze per cambiare vista ed il kayak “da principiante” è sicuramente il più adatto.
Ci troveremo inoltre costretti ad esercitare le manovre base di conduzione: pagaiate indietro, spostamenti laterali e timonate saranno tecniche che diventeranno sempre più naturali ed istintive.

Uno sguardo alla natura:

Se è vero che nel formare il delta del Po la mano dell’uomo ha avuto nei secoli, ed ha tutt’ora, un ruolo fondamentale è anche vero che la natura qui esplode.
E’ noto che il delta e le sue pertinenze sono tra le mete favorite degli appassionati di avifauna ma non ci si ferma qui. Vi è una ricchezza in acqua al punto che si vedono i pesci saltellare ovunque e spesso impattano contro il kayak quando non ci finiscono direttamente sul ponte. Le spiagge sono ricoperte di conchiglie e non è raro vedere gli anziani del luogo chini nell’acqua bassa a raccogliere le telline di fianco agli allevamenti di cozze e vongole.
Si può vedere come fiume e mare plasmano in continuazione nuove lingue di terra ed in brevi spazi si passa da ambienti di acqua dolce a quelli di acqua salmastra per finire in acqua salata con un graduale passaggio della tipologia di vegetazione.
Si può passare in un luogo la mattina con la marea al massimo e tornare al pomeriggio con il minimo ammirando un paesaggio completamente diverso.
Dalle spoglie dune di sabbia ai fitti canneti verdi una così ampia varierà penso sia veramente difficile da trovare altrove.

L’ospitalità e la gente del delta:

Una casa galleggiante

Ultimo ma non ultimo: dimentichiamoci le “ostilità” dei tratti di costa dove, se anche passi a 100 m dalla riva, il pescatore della domenica ti maledice a gran voce; dimentichiamoci anche della difficile convivenza con diportisti di vario genere che ti sfrecciano accanto con grossi motoscafi o chiassose moto d’acqua. E vogliamo parlare degli Yacht che si ancorano in baie in cui non potrebbero neanche accedere per dare dei party a bordo?
Tutta gente che al mare come al lago si comporta con arroganza.
Qui tutti salutano cordialmente. Dal pescatore sulle case galleggianti a quello sulle barche, gli operai che lavorano sulle chiatte, gli anziani che portano i nipoti in barca…tutti ti fanno almeno un cenno con la mano; molti vedendo dei turisti in canoa si soffermano a scambiare due parole, danno utili consigli su quali canali prendere ed in quali spiagge fermarsi.
Anche i pochi diportisti sono molto educati; spesso quando ci passano a fianco rallentano e fanno un cenno di saluto.
Incredibile la differenza coi laghi del nord Italia dove praticamente nessuno ci lavora ma viene usato come svago da tutti: c’è chi ci va a pesca, chi in barca, chi in motoscafo,… e tutti si sentono liberi di comportarsi come più gli piace senza preoccuparsi degli altri.
Qui, chi vive SUL delta vive DEL delta; eppure tutti rispettano tutti. E sembrano ben felici di vedere dei canoisti venuti da fuori ad apprezzare il loro piccolo angolo di mondo.
Insomma… un posto dove con la pagaia in mano ci si può sentire a casa.

Oltretutto vi è da aggiungere che gli agriturismo hanno prezzi invitanti e la cucina è ricca e di altissimo livello. Si va dalle specialità provenienti dall’acqua fino alla cacciagione…. ed essendo in veneto il tutto viene più che adeguatamente “innaffiato”.

Conclusioni:

C’è poco da dire; non ci sono mezzi termini. Il delta del Po o lo si ama o lo si odia.
Io mi sono avvicinato a questo ambiente con grande scetticismo e non vedo l’ora di tornarci.
Certo… chi fa fiume vede nel delta la morte del suo ambiente prediletto e chi fa mare probabilmente punta a ben altra tipologia di ambiente; ma non vi è dubbio che quella di navigare nel delta sia un’esperienza da fare.

Qualche consiglio pratico:

Come carta ho trovato comoda una nautico-turistica dell’editore Belletti. Molto più economica delle classiche carte nautiche ha anche molte informazioni extra riguardo strutture e servizi a terra (scivoli d’alaggio, paesi con ristoranti e negozi di alimentari,…).
La tabella di marea per il veneto è facilmente reperibile sul web.
Utile anche chiedere informazioni sul posto.

Abbinare alla pagaia anche l’esplorazione sulla terra è sempre buona cosa ed interessante è sicuramente dedicare una mezza giornata a visitare il Giardino Botanico Litoraneo del Veneto (comune di Rosolina, in una zona turisticamente più sfruttata rispetto alla parte centrale del delta). Si segue un percorso a piedi che porta dalla pineta al mare e si osservando l’evoluzione della vegetazione sulle varie dune man mano che ci si avvicina alla spiaggia. Alcune deviazioni permettono anche di visitare gli habitat di acqua dolce ed acqua salmastra e portano fino ad un punto di osservazione nella laguna. Il tutto ben spiegato da numerosi pannelli illustrativi

Link utili:

http://xoomer.virgilio.it/faroccat/canoa.html
una guida per canoisti, un po’ datata ma assolutamente valida.

http://www.parcodeltapo.it/
sito ufficiale del parco sia Veneto che Emilia-Romagna
con informazioni per l’accesso al Giardino Bootanico

https://www.bonificadeltadelpo.it
Sito con importanti riferimenti storici – atlante del delta scaricabile

Altre informazioni utili si possono trovare nei blog dei canoisti:

https://ekokayak.wordpress.com/
EKO Kayak di Marco Ferrario

http://kinmare.blogspot.com/
Kayak in Mare di Michele Varin

I miei itinerari: